Lavatoio di via Principale/via Fontana
Piani prima di essere aggregato a Imperia costituiva comune autonomo con le frazioni Garbella (verso mare) e Caramagnetta (fino al 1907, anno di aggregazione a Caramagna). La popolazione per rifornirsi di acqua si serviva di un pozzo situato nell'odierna Via Fontana. I documenti cominciano a parlare del problema dell'acqua un anno dopo il rovinoso terremoto che colpì l'imperiese nel 1887. Tra i tanti danni arrecati anche la fontana ne era risultata seriamente compromessa. Con la deliberazione del Consiglio comunale in data 26 agosto 1888 si approvò un progetto di sistemazione della fontana e la creazione di un abbeveratoio e un lavatoio.
Tuttavia il progetto non piacque al prefetto, a cui era stato sottoposto, per via di numerose mancanze anche clamorose: innanzitutto non si fornivano dettagli precisi sulle opere e sulla loro reale necessità. In secondo luogo mancavano calcoli precisi sulla quantità di terra da scavare e poi riportare per livellare la piazza. Infine mancavano il nome e e la firma del progettista.
Cassato dunque questo progetto, nel 1890 il Comune lo riapprova (con delibera consiliare del 24 giugno) questa volta completo di tutti i dati a cura dell'ing. Arnaldo Lodi (vedi foto sopra).
Un anno prima il re aveva già autorizzato l'accensione di un mutuo di 4600 £ per la sistemazione dell'acqua potabile a Piani.
L'ingegnere nel presentare il suo progetto deve constatare le pessime condizioni in cui versa la fontana. L'acqua risulta non potabile a causa a causa soprattutto degli scoli che filtrano dalle case adiacenti, oltre ai danni causati dal terremoto.
L'idea era di rifare la camicia protettiva del vecchio pozzo, chiuderlo e collegarlo con una nuova fontana dotata di pompa a mano su un terreno posto più a valle, di proprietà della signora Luigi Paolina in Corradi (vicino al rivo che scorre nei pressi della via Fontana e sulla carrozzabile per Dolcedo). Tale fontana sarebbe poi stata affiancata da una vasca ad uso abbeveratoio e una adibita a lavatoio pubblico. In cima alla fontana poi sarebbe stato posto un vaso decorativo in terracotta. Inoltre nel costruire le vasche sarebbe stato necessario effettuare degli scavi e la terra di risulta sarebbe servita per risanare la vecchia piazzetta. Tutto ciò avrebbe comportato una spesa di 985£
comprensiva dell'indennità di esproprio del terreno.
Un bel progetto che però anche questa volta sembra essere abortito sul nascere, forse per il prezzo ritenuto troppo alto. Fatto sta che appena un anno dopo (1891) si trova un nuovo progetto di sistemazione dell'antica fontana, molto più modesto, che avrebbe comportato una spesa di appena 384 £. Dai pochi documenti rimasti si evince che in luogo dell'abbeveratoio e lavatoio ci si limitò a prevedere la sistemazione della piazzetta, con uno strato di “arena granita” a sostenere l'acciottolato, e la “riattazione e miglioramento” della fontana-pozzo con l'apposizione di una nuova pompa a mano in bronzo.
Per il lavatoio bisognerà invece aspettare la creazione di un acquedotto più efficiente e precisamente il 1911, come risulta dall'elenco delle delibere del comune di Piani. Questo nuovo lavatoio esiste ancora oggi e rispecchia fedelmente i gusti del tempo, sia nei materiali adoperati che nella stessa concezione di lavatoio a vaschette separate. Esso ricalca abbastanza bene il modello di quelli un tempo presenti nel centro di Porto Maurizio e per questo andrebbe valorizzato contestualmente all'antica fontana che è invece meglio conservata.